Equinozio ha origine una sera di oltre venticinque anni fa a seguito di una partita a carte con due miei amici. Giocavamo con un mazzo di carte napoletane e, per divertirci, improvvisammo una “corsa” estemporanea tra i 4 “ciucci”. Le regole della competizione di allora sono solo un ricordo ma si rivelarono coinvolgenti nell’ andamento del gioco.
Quella notte, rimasto solo, ripensai alla gara improvvisata mentre, impetuosamente, mi si affollavano in testa una quantità crescente di cavalli e di combinazioni vincenti. Incominciai a trascrivere i nomi dei cavalli, limitando la selezione a una dozzina di elementi. Quelli che andavo trascrivendo erano nomi, o espressioni, dialettali con una forte “caratterizzazione”.
Nel giro di qualche giorno quell’elenco di nomi si trasformò in una pittoresca scuderia e ciascun cavallo assunse, con veloci tratti d’inchiostro, il “carattere” nascosto nel nome acquisendo un suo “temperamento”. Quei 12 cartoncini disegnati furono ridimensionati, fotocopiandoli, al formato delle carte da gioco francesi. Ciascun cavallo, duplicato e ritagliato, fu accoppiato al fronte della carta da gioco francese. Un amico fotografo provvide a plastificare artigianalmente le carte accoppiate fino a costituire un mazzo di cento carte (dove erano raffigurati i 10 cavalli che avevo prescelto, ciascun cavallo riprodotto in 10 esemplari).
Mi serviva un campo da corsa dove far correre i cavalli!
Le modalità di svolgimento mi erano già chiare. Ritagliai dei cartoncini (tipo segnaposti) con l’indicazione della distanza, frazionata per cento metri; 10 cartoncini (da distribuire, lateralmente, lungo il percorso, come delle “pietre miliari”) formavano un percorso di 1.000 metri.
Ai mille metri era posto l’arrivo della gara (successivamente, dopo qualche anno, i cartoncini “segna corsa” furono sostituiti da un raffinato “tappeto da corsa”, dipinto a mano e suddiviso in 10 fasce da cento metri separate da una “siepe”). Mancava ancora il tabellone con l’ordine di arrivo e i tagliandi per le scommesse. Nell’arco di qualche giorno entrambi furono pronti. Bisognava collaudare il gioco!
Si era in prossimità delle festività natalizie e organizzai, a casa mia, una tombolata. Quando sopraggiunsero gli ospiti (una ventina di persone) proposi di lasciar perdere la tombola e di sperimentare il nuovo gioco. Con un po’ di scetticismo fui accontentato. Spiegai brevemente le regole e, fin dalle prime corse, il successo fu eclatante.
A far “correre” i cavalli (i disegni originali delle 10 carte “pilota”), allineati a inizio gara sul nastro di partenza del “campo da corsa”, provvedevano i miei figli allora bambini. I cavalli raffigurati sulle carte pilota avanzavano nella sequenza delle carte che venivano, man mano, scoperte attingendo al mazzo di 100 carte.
Io commentavo l’andamento della gara, sottolineando inseguimenti, affiancamenti e sorpassi per far “sentire” la gara ai partecipanti. Sul finire di ciascuna corsa il “tifo” per i cavalli in gara sorse inaspettato e l’entusiasmo generale che si andava manifestando mi confermò che l’intuizione di trasferire, intorno a un tavolo, il clima delle gare ippiche era andata a buon fine. Al termine della serata programmammo una ulteriore “giocata” a distanza di qualche giorno e così è andata avanti per oltre 25 anni.
Nel tempo il gioco si è evoluto e ogni anno ha visto crescere il numero dei partecipanti e degli appassionati: una nuova scommessa per aumentare la suspense e offrire inedite possibilità di vincite, il mito di un cavallo che non vinceva mai, tutto ha contribuito, anno dopo anno, a trasformare una semplice “partita a carte” in una complessa e appassionante gara fra cavalli, nel tempo diventati “personaggi”, con una partecipazione assolutamente autentica e “rumorosa” degli scommettitori.
Negli anni alcuni nomi dialettali, dal suono scarsamente comprensibile oltre i confini locali, sono stati “italianizzati” nella prospettiva di una più larga diffusione del gioco, pur conservando il loro significato originale. La grafica è andata arricchendosi dando una veste “professionale” ai vari elementi del gioco.
La trascrizione del regolamento è stato l’ultimo tassello di Equinozio che oggi viene proposto sul mercato in varie lingue per presentare a un più vasto pubblico questa straordinaria scuderia che appassiona adulti e bambini!
L’Autore
Gianni D’Antonio